martedì 20 marzo 2012

# Partenze

Venezia è a forma di pesce.


"Cosa spinge alla deriva? Cosa spinge così lontano, che il lontano non basta più.
Si cerca tanto, si cerca il profondo. A costo di annegare."


Di cosa si parlava?
Del blu? Della musica? Dei libri? Dei pesci?

 
La domanda non è Cosa, ma Perché.
Perché in un determinato momento decidiamo che ciò che si ha non serve?
Perché decidiamo di abbandonare un progetto, un' idea, un ideale, per chi ce l'ha.
In zero due ci si ritrova nudi, di fronte ad una porta, senza porta. Solo cardini in vista. Vai avanti, oppure puoi tornare indietro a riprendere i tuoi vestiti logori, sporchi e scuciti. Vado avanti, vado avanti e supero la porta. Nuda, come ho iniziato e come finirò.

Si parlava dei pesci, dicevo. Dei fiori di Iperico, dell' Eucalipto. Degli elefanti, delle parole. Delle spiagge e delle nuove idee che svegliano.
Si parlava di capelli biondi tagliati, di mostre, di lettere e cartoline.
Si parlava e si beveva birra fermandosi nei locali poco affollati di quella città
che io abbraccerei più spesso.
I vicoli stretti ci seguivano dopo ogni angolo. E non mi prendere la mano che mi viene la claustrofobia da emozione.
Sbuffi, sorridi. Domani ti sarai già scordato di me.
"Sei un egoista dei sentimenti" ho pensato.
-Fai quello che vuoi, ma io torno sull'isola - ho detto.

Io amo l'isola, più di ogni città.
Più di ogni luogo che abbia visto da quando ho memoria.
Più del posto dove sono nata, anche se non so bene dove sia.
In realtà non sono mai nata, muoio un po' ogni giorno e rinasco nell'istante in cui non ci sono più.
- Che direzione prenderai? Vai a nuoto? Parti subito? - rise lui.
- Subito. Il tempo di dare la buona notte a Venezia -


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